Rimini | Royalties, Rinaldis: Porteremo dentro Aia Palas chi è rimasto fuori
“Dai taxi al buono per la piadina, Aia Palas sta lavorando per creare sul territorio una rete di servizi che renda appetibile per un albergatore stare dentro al consorzio”, spiega il vicepresidente del consorzio Patrizia Rinaldis (e presidente di Associazione albergatori). Questa potrebbe essere la strada per risolvere il problema royalties palacongressi.
Il presidente di Aia è sceso in campo ieri dopo la commissione controllo di venerdì, presente il presidente del gruppo Rimini Fiera, Lorenzo Cagnoni. “Vorrei fare un po’ di chiarezza”, inizia Rinaldis. “E’ sbagliato affermare che c’è scontro tra la Società del Palazzo e Aia Palas perché entrambi lavoriamo con lo stesso obiettivo che è quello di fare tutto il possibile per intercettare le royalty provenienti dalle presenze alberghiere durante i congressi”.
I numeri. “In realtà, rispetto al giro di congressisti generato nel 2012, all’appello mancano qualche decina di migliaia di euro. Se poi Cagnoni si era fatto altri conti, noi non possiamo farci niente. I fatti dicono che delle circa 200mila presenze contabilizzate da Convention bureau, meno di 40mila si sono trasformate in pernottamenti alberghieri effettivi. Se tutte le 40mila presenze alberghiere avessero pagato regolarmente e completamente le loro royalty, la società del Palazzo avrebbe incassato un po’ meno di 300mila euro e mai 500mila come si prevedeva dal business plan”.
In pratica, Rinaldis spiega che la cifra delle royalties si attesta attorno ai 240mila euro. Spiega anche che “il sistema di conteggio non è scientifico e che le segreterie di molti convegni non gradiscono certi tipi di controllo all’ingresso, così come non lo gradiscono i congressisti. Aia Palas è l’esperienza più innovativa che esiste nel nostro paese e pur essendo alle prime armi ha dimostrato di saper intercettare oltre l’80% delle royalty generate e non ha nessuna intenzione di mollare l’osso su quelle non ancora catturate”.
Circa ai contenziosi aperti con gli alberghi, il presidente di Aia spiega che “gli uffici di Aia Palas di sono messi a ricontare una a una le presenze per lavorare al meglio accanto a Convention bureau. Più di questo, cosa possiamo fare? Quello delle royalty è un problema, ma noi in questo primo anno abbiamo sempre rispettato i nostri doveri e abbiamo lavorato duro”.
La questione potrebbe risolversi con l’ingresso di tutte le strutture alberghiere dentro il sistema del consorzio, o almeno della maggiorparte. “Su questi albergatori (quelli fuori, ndr) pesa la posizione ufficiale dell’Aia che non ha mai visto di buon occhio l’atteggiamento che questi colleghi stanno adottando e che opera costantemente per portarli all’interno del consorzio Aia Palas”.
Allo scopo si sta lavorando proprio per garantire ai clienti del consorzio tutta una serie di benefit. “Questa infrastruttura genera un importantissimo giro di affari per tutta la città. Cerchiamo di far capire agli albergatori che i clienti che hanno durante i congressi non se li procurano da soli, ma arrivano grazie al lavoro di Convention bureau. Ma dove questo non basta allora cerchiamo di far vedere un vantaggio di tipo diverso. Stiamo creando condizioni per cui stare dentro Aia Palas diventi conveniente proprio grazie a una rete di servizi ad hoc per i congressisti”.
Precisa anche che “a trarre vantaggio dall’attività del Palas sono in molti, ma solo la categoria degli albergatori si è coinvolta con le istituzioni per creare le occasioni di sviluppo e contribuire al pagamento del mutuo”.